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Editoriale

di Marco Cammelli

A queste brevi righe è affidato il compito di presentare, insieme, la nascita della rivista e il suo primo numero.

Per la rivista dobbiamo dare conto delle ragioni, del taglio prescelto e dello strumento tecnico. Ebbene, le ragioni sono almeno quattro:

  1. i singoli ambiti materiali (beni culturali, spettacolo, paesaggio ecc.) e i diversi segmenti di intervento (tutela, promozione, valorizzazione, gestione) tendono, nello stesso tempo, a distinguersi (basti pensare alle definizioni di bene culturale, bene ambientale e attività culturale nonché di tutela, gestione e valorizzazione introdotte dall'art.148 del d.lg. 112/1998) e ad integrarsi (emergere della materia beni e attività culturali come settore a sé stante);
  2. la materia, proprio in virtù di queste dinamiche, mostra ogni giorno di più l'esigenza di una autonoma trattazione, insieme organica e puntuale, delle questioni giuridiche ed istituzionali che la riguardano;
  3. tutto questo è vero ovunque, ma ancor di più lo è in Italia che, per la ricchezza del proprio patrimonio culturale, è investita da esigenze particolari e anche da vere e proprie responsabilità anche nei confronti degli altri paesi;
  4. esistono molte (forse troppe) riviste giuridiche, ma non ne esiste nessuna dedicata appositamente a questo argomento che invece conosce, come si è detto, una accelerata propensione all'autonomia e alla specializzazione anche sul piano del diritto positivo. In altre parole: i crescenti problemi giuridici riguardanti l'organizzazione, l'attività e l'assetto istituzionale dei beni culturali ci sembrano poter essere più correttamente affrontati sforzandoci di ricostruire le linee portanti e i principi ispiratori di questo settore piuttosto che muovere, in modo frammentario e per estensione, dai settori limitrofi (pianificazione territoriale, edilizia, circolazione dei beni e beni pubblici, ambiente, turismo, contratti della p.a., ecc.).

Quanto al taglio prescelto, la rivista si propone di utilizzare tutte le diverse angolazioni del diritto (amministrativo, costituzionale, privato, urbanistico, ecclesiastico, tributario, ecc.) nonché tra queste e le variabili costituite dalle politiche culturali, economico-finanziarie e organizzative, il tutto puntando sul confronto serrato con gli attori pubblici e privati operanti nel settore. Ci sembrano poi da privilegiare tre assi principali in corrispondenza di altrettante aperture del settore da considerare cruciali: la dimensione internazionale, il decentramento, i privati perché è su questi terreni che si gioca il superamento di una visione autoreferenziale delle politiche pubbliche e delle amministrazioni operanti in materia.

Tutto ciò non può essere perseguito senza un confronto, che consideriamo decisivo, con coloro che operano nel settore: la presenza nel comitato scientifico, insieme a noti studiosi della materia, di due tra i più autorevoli soprintendenti italiani ne costituisce, nello stesso tempo, il segno e la garanzia.

Veniamo così allo strumento tecnico. Una rivista diffusa via internet è insieme un'ulteriore sfida e un'opportunità da non perdere. Si tratta infatti di una scelta non facile non solo per l'estensione ancora limitata della rete tra le istituzioni o le amministrazioni pubbliche e i soggetti privati, ma anche per il fatto che l'innesto e la circolazione dei testi avviene in un contesto i cui termini informatici, organizzativi e anche giuridici (basti pensare alla tutela della paternità dei contributi) sono in buona parte da costruire.

Ma le ragioni e l'interesse per affrontare la sfida sono ancora più forti e puntano sulla rapidità ed economicità del mezzo di diffusione e sulla riduzione dei tempi di edizione e di distribuzione che ne consegue; sulla sicura espansione di questo mezzo, anche all'interno degli operatori pubblici e privati, e sull'altrettanto sicura impossibilità di affidarsi a mezzi cartacei per i quali, ormai, lo stesso spazio fisico di collocazione è sempre più ridotto; sul fatto che già Internet offre in tempo reale un'ampia documentazione dei fatti giuridicamente rilevanti in materia e dunque è logico porre in parallelo un sito per un loro esame (o anche una prima lettura) tecnico - scientifico e culturale; sul fatto, infine, che si tratta di uno strumento di grande flessibilità, il che ci consente insieme di immaginare in partenza una rivista seria (e, se vogliamo, tradizionale) e anche di vedere che cosa e come nel corso del tempo può essere utile aggiungere (da spazi interattivi di discussione a forme di supporto tecnico professionale degli operatori). A queste finalità vanno riferite le scelte di editing, che da un lato richiedono testi brevi (mai più del corrispondente di dieci cartelle) e dall'altro, grazie ai rinvii interni o ad altri siti, consentono l'interconnessione diretta tra testi diversi della rivista o con la documentazione disponibile in rete.

Queste le ragioni, gli obbiettivi e la conseguente strumentazione, che ovviamente saranno i lettori a giudicare in sé e nella relativa messa in opera. Saremo loro grati se vorranno approfittare della soluzione tecnica prescelta per farci conoscere con più facilità la propria opinione e per intervenire nel dibattito che la rivista si propone di approfondire: fin da ora, comunque, un grato ringraziamento all'Editore che ci ha assicurato il sostegno di una esperienza prestigiosa e consolidata e che, condividendo con noi il progetto, ha deciso di accettare questa sfida al nostro fianco.

Da tutto ciò nasce il titolo, "Aedon", che insieme evoca le qualità canore dell'usignolo, il riferimento per traslato alle muse e, più semplicemente, un acronimo (Arti e diritto on line) caratterizzato dalla non trascurabile (e tecnologica) virtù di non avere precedenti nella rete mondiale web.

Brevi parole dedicate al primo numero. La struttura è pensata in modo da permettere l'approfondimento di un tema particolare (nel caso, il capo V del decreto legislativo 112/1998 attuativo della cd. Bassanini-1), l'esame di oggetti o profili settoriali meritevoli di riflessione (sezione analisi, dedicata in questo caso alla riforma della Biennale di Venezia e ad una ricognizione dell'assetto delle autorità ecclesiastiche nell'area dei beni culturali di interesse religioso), lo stato dell'arte di attività o interventi (sezione esperienze, in tema di catalogazione dei beni), la parte dedicata alla documentazione (di supporto ai temi affrontati o ulteriore rispetto a quella già disponibile negli appositi siti).

Del merito delle opinioni espresse all'interno della tavola rotonda dedicata al decreto "Bassanini" giudicherà il lettore: qui preme ricordare che si tratta, ovviamente, della prima lettura di un testo appena uscito e sottolineare l'effettività e la franchezza di un dibattito nel quale opinioni prevalentemente critiche (Chiti, Sciullo, Cammelli) si accompagnano a repliche altrettanto decise (Ainis), o a valutazioni favorevoli (Meschino) o più possibiliste (Bobbio). In un paese, e in una materia, dove molto si afferma e poco si discute è un dato che riteniamo essenziale e che Aedon non mancherà di garantire.


copyright 1998 by Società editrice il Mulino


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