Patrimonio culturale e Fondazioni
La rendicontazione degli interventi finanziati dalle Fondazioni bancarie nel settore "Arte, attività e beni culturali": gli indicatori di input e output
Sommario: 1. Premessa. - 2. Ricognizione dell'attuale base informativa disponibile e verifica delle tipologie d'intervento prevalenti. - 3. Ridefinizione del sistema di classificazione degli interventi. - 4. Individuazione di una batteria di indicatori di input e output.
The description of the interventions financed by Banking
Foundations Foundations in the "Art, performing arts and cultural heritage"
field: input and output indicators
During the period 2007-2009, the Association of Italian Foundations of Banking
Origin and Savings Banks (ACRI) carried out a project to identify a new data
system for the description of the interventions, concerning the sector "Art,
performing arts and cultural heritage", that are financed or directly
implemented by Foundations. In particular, it identified a series of numerical
indicators: "input indicators", which measure human resources and
working days employed, and "output indicators", useful to describe
the quantity of goods/services produced and end results achieved.
Fra il 2007 e il 2009 l'Associazione delle Fondazioni e delle Casse di Risparmio Italiane (ACRI), nell'ambito della propria attività istituzionale, ha promosso un progetto per la definizione di un nuovo sistema di rilevazione dati per la descrizione degli interventi finanziati dalle Fondazioni bancarie italiane. L'approdo finale è stato un set di indicatori in grado di rappresentare in forma numerica, per ciascun intervento, da un lato, i fattori produttivi impiegati (indicatori di input) e, dall'altro, i principali prodotti/risultati realizzati (indicatori di output). L'attività si è concentrata su due importanti settori di erogazione delle Fondazioni: "Arte, attività e beni culturali" e "Assistenza sociale". Il servizio di assistenza tecnica è stato svolto dall'Associazione Mecenate 90 [1].
Il progetto rappresenta il primo step di un processo di rivisitazione e di aggiornamento delle modalità attraverso le quali il sistema delle Fondazioni raccoglie e restituisce, sia all'interno che all'esterno, dati e informazioni sulle erogazioni effettuate anno per anno.
Il primo obiettivo del processo avviato è quello di approfondire e migliorare la conoscenza degli interventi finanziati, attraverso la rilevazione, secondo criteri di sistematicità e di omogeneità, di dati descrittivi, sufficientemente articolati, confrontabili e sommabili.
Il secondo obiettivo è quello di rendere più efficace l'attività di comunicazione verso l'esterno, in una logica di accountability, grazie alla disponibilità di un più ricco patrimonio informativo sugli interventi finanziati (Rapporto Annuale ACRI).
L'iniziativa è, inoltre, in grado di produrre benefici indiretti a favore delle singole Fondazioni, in particolare tendendo a:
- favorire una rilevazione di dati e di informazioni di dettaglio sugli interventi proposti, con evidenti vantaggi per l'attività istruttoria ex ante;
- agevolare, attraverso la disponibilità di un patrimonio informativo più articolato, l'attività di monitoraggio e di controllo sugli interventi finanziati, creando le basi per lo sviluppo di attività di benchmark e, inoltre, di valutazione ex post della rispondenza delle iniziative realizzate rispetto alle previsioni contenute nella documentazione di progetto;
- conseguentemente, stimolare un processo di elevazione della qualità progettuale.
Nel presente articolo si illustrano i principali risultati conseguiti con riferimento al settore "Arte, attività e beni culturali". Tali risultati sono stati raggiunti attraverso un'attività di ricerca svolta da parte di Mecenate 90 e un assiduo confronto con l'ACRI e, in particolare, con la Commissione "Arte, attività e beni culturali". Ulteriori contributi sono giunti da alcune Fondazioni di origine bancaria, che avevano già sviluppato una propria progettualità in materia di identificazione di indicatori descrittivi dei risultati degli interventi [2].
Di seguito si descrivono le tre principali fasi dell'attività svolta.
2. Ricognizione dell'attuale base informativa disponibile e verifica delle tipologie d'intervento prevalenti
La prima fase dell'attività è stata caratterizzata da una ricognizione del patrimonio informativo relativo ai progetti finanziati posseduto dall'ACRI, allo scopo di analizzare la quantità, la natura e il livello di analiticità delle informazioni attualmente a disposizione del sistema delle Fondazioni. L'Associazione, infatti, in virtù delle proprie prerogative istituzionali e nell'ottica di redigere il proprio Rapporto Annuale, raccoglie ed elabora informazioni provenienti dalle diverse Fondazioni bancarie associate in ordine alle iniziative finanziate annualmente.
In particolare, è stata acquisita e analizzata la banca dati ACRI relativa ai finanziamenti erogati dalle Fondazioni bancarie nel 2006 nel settore "Arte, attività e beni culturali".
L'attuale sistema di classificazione degli interventi per questo settore prevede i seguenti 7 sottosettori di erogazione:
- Arti visive (pittura, scultura, ecc.)
- Creazioni e interpretazioni artistiche e letterarie (musica, teatro, balletto, cinema)
- Attività dei musei
- Attività di biblioteche e archivi
- Conservazione e valorizzazione dei beni architettonici e archeologici
- Editoria ed altri mezzi di comunicazione di massa
- Altre attività culturali e artistiche n.c.a.
Le tipologie di intervento sono 32 e sono trasversali a tutti i settori di erogazione. In particolare:
- alcune sono direttamente e univocamente collegabili al settore "Arte, attività e beni culturali" (per es. conservazione e manutenzione di collezioni librarie e artistiche, produzione di nuove opere artistiche, produzione di rappresentazioni artistiche, ecc.);
- alcune sono riferibili a settori di intervento diversi (per es. costruzione e ristrutturazione immobili, dotazione di sistemi informatici, realizzazione di progetti specifici, ecc.);
- alcune descrivono particolari modalità di erogazione (per es. erogazioni sfida, fondi per emergenze, ecc.);
- altre, infine, si riferiscono non a erogazioni per interventi finalizzati, bensì a contributi per lo sviluppo e/o il sostegno di organizzazioni (per es. contributi generali per l'amministrazione, spese di avviamento, ecc.).
L'analisi della banca dati è stata volta, in particolare, a verificare la concentrazione degli interventi e dei finanziamenti erogati rispetto alle tipologie di intervento, allo scopo di individuare quelle prevalenti e/o più significative.
3. Ridefinizione del sistema di classificazione degli interventi
E' stata quindi condotta un'analisi critica del sistema di classificazione delle erogazioni in uso, in relazione alle esigenze di conoscenza e di comunicazione degli interventi finanziati; conseguentemente, si è proceduto a formulare una proposta per rendere il sistema più funzionale alle suddette esigenze e coerente con la costruzione di un nuovo modello di rilevazione e di organizzazione dei dati.
La riformulazione del sistema di classificazione si è ispirata ad alcuni criteri base.
La classificazione subsettoriale (sottosettori e ambiti) risponde all'esigenza di definire, sul piano statistico, gli ambiti di destinazione dei finanziamenti in relazione agli obiettivi strategici perseguiti (quanti finanziamenti sono stati destinati allo spettacolo, quanti ai luoghi per la cultura, quanti alla promozione della creatività artistica contemporanea, quanti alla conservazione e alla valorizzazione dei beni culturali, ecc.).
Viceversa la classificazione tipologica risponde allo scopo di descrivere compiutamente i contenuti dell'intervento, esplicitando i diversi tipi di azione a cui ha dato luogo: dall'acquisto di un immobile/terreno al restauro, dalla catalogazione alla realizzazione di mostre/eventi.
Stante la natura e la funzione delle tipologie, la batteria di indicatori, in quanto atta a descrivere fattori produttivi impiegati e realizzazioni/risultati ottenuti attraverso le azioni realizzate, dipende esclusivamente dalle tipologie di intervento, indipendentemente dal sottosettore e dall'ambito di appartenenza.
Per quanto concerne poi le modalità di classificazione degli interventi, la scelta dei diversi sottosettori/ambiti, da parte dell'operatore che avrà il compito di applicare il modello, dovrà necessariamente soddisfare il requisito dell'esclusività (un intervento dovrà rientrare in un solo sottosettore e in un solo ambito) e rispettare il principio della prevalenza (un intervento complesso che risponde a diverse finalità e abbraccia diversi campi - per es. dallo spettacolo ai luoghi per la cultura - dovrà essere ricondotto al sottosettore/ambito principale). Viceversa, per la classificazione all'interno delle diverse tipologie di intervento, il progetto dovrà essere "sezionato" nelle sue differenti componenti e potrà pertanto essere "pluri-tipologico". Quanto più la scomposizione sarà accurata tanto più sarà possibile non perdere contenuto informativo sull'intervento. Infatti, essendo gli indicatori direttamente dipendenti dalle tipologie di intervento, come si è detto, questo procedimento consentirà di raccogliere dati di input e output su tutte le diverse azioni realizzate in seno all'intervento finanziato.
Naturalmente, al fine di agevolare il processo di classificazione da parte degli operatori preposti, sarà fondamentale predisporre un sistema informatico in grado di tradurre in uno strumento operativo di facile uso il modello di classificazione e di descrizione individuato. Il sistema dovrà prevedere una procedura guidata di immissione dati, che minimizzi le possibilità di non corretta ovvero di disomogenea interpretazione.
Entrando nel merito delle scelte effettuate nel formulare il nuovo sistema di classificazione, si possono qui evidenziare alcuni orientamenti di fondo.
In primo luogo, è opportuno sottolineare che nella ridefinizione si è tenuto conto delle effettive caratteristiche dei progetti finanziati dalle Fondazioni, così come rilevabili dalla banca dati ACRI.
Nell'individuazione dei sottosettori/ambiti, rispetto a un approccio focalizzato sulle discipline artistiche "classiche" (archeologia, architettura, pittura, ecc.), si è preferito prendere in considerazione:
- i comparti tradizionalmente più rilevanti per il settore (beni culturali, spettacolo dal vivo, cinema, editoria, ecc.);
- la distinzione, introdotta nella più recente normativa di settore (decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, recante il Codice dei beni culturali e del paesaggio), fra "beni culturali" e "istituti e luoghi della cultura" (strutture organizzate per la fruizione del pubblico);
- un'accezione, avallata dalla letteratura più recente, più ampia del settore culturale, che include, accanto alle attività tradizionalmente considerate come culturali ("le attività e le industrie culturali", i cui output sono prevalentemente culturali) anche "le attività e le industrie creative", che utilizzano la cultura come valore aggiunto per la produzione di prodotti non culturali (per es. Design, Artigianato, Gusto) [3];
- alcune specifiche linee di policy culturale, promosse negli ultimi anni sia da Amministrazioni Pubbliche che da Fondazioni bancarie (creatività artistica contemporanea; distretti culturali; multiculturalismo; ecc.).
L'attività di ridefinizione delle tipologie di intervento è stata invece finalizzata ad avvicinare quanto più possibile la tipologia alle caratteristiche e alla natura dell'intervento, allo scopo di ridurre i margini di arbitrarietà nell'attività di classificazione.
Seguendo i criteri suesposti, l'attività di riformulazione del sistema ha dunque permesso di individuare, all'interno del settore analizzato, 8 sottosettori, ciascuno articolato in un numero variabile di ambiti di intervento, e 21 tipologie.
I sottosettori e gli ambiti individuati sono i seguenti:
1. Luoghi di cultura
Ambiti: Musei, Aree e Parchi archeologici, Complessi monumentali, Biblioteche, Archivi, Altro
2. Creatività artistica contemporanea
Ambiti: Architettura, Design, Pittura e grafica, Scultura, Fotografia, Installazioni/multimedia/performance, Altro
3. Beni culturali
Ambiti: Beni immobili storici e artistici, Beni mobili storici e artistici, Beni archeologici, Beni etno-antropologici, Beni librari e archivistici, Altro
4. Territorio
Ambiti: Paesaggio, Distretti culturali e sistemi culturali locali, Produzioni tradizionali tipiche, Altro
5. Spettacolo dal vivo
Ambiti: Teatro, Musica, Danza - Balletto, Folklore, Altro
6. Cinema e audiovisivi
Ambiti: Cinema, Radio-TV, Home video, Prodotti musicali, Altro
7. Editoria e comunicazione
Ambiti: Editoria quotidiana - periodica, Editoria libraria, Editoria multimediale, Altro
8. Altre attività culturali
Ambiti: Letteratura e poesia, Politica, storia e filosofia, Multiculturalismo, Altro.
Le 21 tipologie di intervento individuate, trasversali rispetto a sottosettori e ambiti, sono:
a. Produzione nuove opere/rappresentazioni artistiche
b. Mostre/eventi
c. Interventi di manutenzione e restauro
d. Interventi edili
e. Riqualificazione urbana
f. Acquisto immobili/terreni
g. Acquisto/allestimento attrezzature/arredi
h. Acquisizione beni culturali/opere artistiche
i. Catalogazione/documentazione
j. Pubblicazioni
k. Conferenze/convegni/seminari
l. Borse di studio
m. Riconoscimenti/premi/concorsi
n. Formazione/educazione/didattica
o. Servizi informatici/telematici
p. Promozione/comunicazione
q. Servizi per la pubblica fruizione
r. Studi/ ricerche
s. Scavi/indagini
t. Contributi all'attività
z. Non classificabili
Attraverso l'incrocio tra i tre livelli (sottosettori/ambiti/tipologie) è possibile definire puntualmente obiettivi, generali e specifici, e contenuti di ciascun intervento. Lo schema che segue riassume il sistema di classificazione proposto.
Il sistema di classificazione degli interventi: sottosettori, ambiti e tipologie
4. Individuazione di una batteria di indicatori di input e output
Nella letteratura sulle procedure di monitoraggio e valutazione si fa normalmente riferimento a tre categorie di indicatori, ciascuna con una propria peculiare capacità descrittiva:
- indicatori di realizzazione: si riferiscono allo stato di avanzamento del progetto. Sono misurati in unità fisiche o finanziarie. Gli indicatori di realizzazione fisica dimensionano lo stato d'avanzamento degli interventi considerati nei loro aspetti reali mentre gli indicatori finanziari sono utilizzati per monitorare i progressi fatti in termini utilizzo del budget attribuito a ciascun intervento;
- indicatori di output: si riferiscono agli effetti diretti e immediati prodotti dall'intervento e devono segnalare risultati misurabili che possano essere riconducibili direttamente alle azioni realizzate;
- indicatori di impatto: si riferiscono alle effettive conseguenze di un intervento al di là dei suoi effetti immediati, sui suoi beneficiari diretti. Si possono distinguere due tipi di impatti: specifici e globali. Gli impatti specifici sono gli effetti che si registrano dopo un certo lasso di tempo ma che sono comunque direttamente legati alle azioni intraprese. Gli impatti generali sono effetti a più lungo termine che incidono su una popolazione più vasta. Ovviamente la misurazione di questo secondo tipo di impatti è complessa e risulta spesso difficile stabilire un chiaro rapporto tra causa ed effetto. Infatti, gli indicatori di impatto non sono quasi mai riconducibili univocamente all'intervento finanziato, ma sono influenzati sia da altre politiche, sia da altre variabili concomitanti.
Per contestualizzare al caso specifico questo inquadramento teorico, si consideri, ad esempio, un intervento di restauro eseguito in una pinacoteca. In relazione a questa tipologia di progetto, a titolo di esempio, possono essere individuati i seguenti indicatori:
- indicatori di realizzazione: spesa effettuata/spesa prevista, n. quadri restaurati/ n. quadri da restaurare;
- indicatore di output: n. di quadri restaurati;
- indicatore di impatto: n. di presenze turistiche attivate dall'intervento.
Nello svolgimento dell'attività di ricerca, concordemente con le finalità del progetto, si è concentrata l'attenzione unicamente sugli indicatori di output, dal momento che gli indicatori di realizzazione si riferiscono più alla sfera delle attività di monitoraggio, mentre quelli di impatto a quelle di valutazione.
Si è però stabilito, su indicazione dell'ACRI, di considerare una visione più estensiva degli indicatori. Infatti, un tipico intervento da parte di una Fondazione prevede che, a fronte dell'erogazione di un contributo finanziario, i beneficiari acquistino mezzi di produzione (macchinari, attrezzature, ma anche lavoro e servizi) per poter realizzare il progetto. In quest'ottica i mezzi di produzione rappresentano gli input che permettono di ottenere un output finale. E' allora possibile considerare tra gli indicatori descrittivi dell'intervento, non soltanto l'output prodotto, ma anche gli input utilizzati per raggiungere quel risultato. Essi sono infatti in grado di rappresentare l'insieme di risorse produttive attivate dall'erogazione finanziaria e indispensabili al raggiungimento del risultato finale.
Nell'esempio precedente, un possibile indicatore di input può essere rappresentato dal numero di ore di lavoro necessarie a realizzare il progetto di restauro o dalla quantità fisica di materiali impiegati.
A partire dalle tipologie individuate, si è proceduto pertanto all'individuazione di batterie di indicatori di input e output che fossero in grado di rappresentare, in forma numerica, fattori produttivi e realizzazioni degli interventi finanziati dalle Fondazioni, non solo alla scala del singolo intervento, ma anche - in virtù dei requisiti di omogeneità, confrontabilità e sommabilità - dell'insieme delle erogazioni effettuate.
La definizione degli indicatori ha riguardato 19 delle 21 tipologie di intervento previste. Per la tipologia "t - Contributi all'attività", relativa a finanziamenti concessi a enti e istituzioni culturali per supportarne le attività istituzionali, infatti, non è possibile individuare indicatori specifici. Per questo tipo di iniziative una rilevazione di indicatori di input-output sarà possibile a patto che tali erogazioni siano direttamente collegabili a una o più delle altre tipologie progettuali; in questo caso, la rilevazione riguarderà gli indicatori di queste ultime tipologie. Inoltre, dato il carattere di indeterminatezza, non è possibile identificare indicatori per la tipologia residuale "z - Non classificabili".
Per ognuna delle tipologie di intervento previste, la gamma di indicatori teoricamente concepibili è estremamente ampia. Nella definizione della batteria di indicatori si è tenuto conto dell'esigenza di contenere la quantità dei dati da rilevare, nell'ottica di garantire la sostenibilità operativa del modello e, soprattutto, di perseguire una buona copertura del fabbisogno informativo individuato.
In accordo con le più aggiornate metodologie di valutazione, si è quindi operata un'accurata selezione degli indicatori al fine di identificare quelli che risultavano:
- affidabili, tali cioè che le informazioni possano essere rilevate presso una fonte identificabile;
- pertinenti, ovvero capaci di interpretare correttamente le caratteristiche e i contenuti della tipologia d'intervento;
- esaustivi, cioè in grado di fornire adeguata copertura delle diverse dimensioni analitiche;
- disponibili, cioè concretamente reperibili.
Quanto a quest'ultimo punto, in particolare, per assicurare la disponibilità dei dati relativi agli indicatori selezionati, occorrerà che i valori da questi assunti siano inglobati nell'insieme delle informazioni richieste da ciascuna Fondazione ai beneficiari in sede di istruttoria delle pratiche di finanziamento e, al termine del progetto, comunicati dai beneficiari alle Fondazioni. E' necessario, dunque, che il sistema di rilevazione dati accompagni il progetto lungo tutto il suo ciclo di vita, dalla fase di candidatura (ex ante) a quella di realizzazione (in itinere) e di rendicontazione finale (ex post).
La batteria di indicatori di input e di output selezionata è rappresentata nella tabella.
Come si è già evidenziato, il sistema è strutturato in modo tale da contemplare la possibilità che uno stesso progetto possa essere ricondotto a più di una tipologia di attività. Ne discende che un progetto complesso (pluri-tipologico) potrà comunque essere trattato in questo sistema attraverso una scomposizione dello stesso in attività elementari, ciascuna delle quali dovrà dare origine a una propria batteria di indicatori sulla base della tipologia di appartenenza. In questa prospettiva un'attenzione particolare dovrà essere richiesta ai progettisti fin dalla fase di richiesta del contributo.
Gli indicatori di input descrivono fondamentalmente le quantità di fattori produttivi utilizzati per la realizzazione dell'iniziativa. Tralasciando il fattore finanziario (insito nell'attività erogativa in se stessa considerata e che comunque rappresenta un'informazione già conosciuta), la batteria proposta tende a descrivere:
- il n. di professionalità coinvolte nel progetto, articolate fondamentalmente su tre livelli di qualificazione (progettista/responsabile, tecnico e operatore), opportunamente personalizzati in relazione alla tipologia dell'intervento;
- il n. di giornate di lavoro impiegate per ciascun professionista.
Si tratta, quindi, prevalentemente di indicatori in grado di descrivere l'utilizzo del fattore lavoro nella realizzazione delle iniziative finanziate.
Gli indicatori di output, invece, descrivono le quantità di risultati/prodotti concretamente realizzati attraverso ciascun intervento. Si tratta di indicatori molto variegati in relazione alla tipologia di riferimento: essi riguardano, di volta in volta, il numero di eventi realizzati, il numero di utenti coinvolti, il numero di beneficiari/utenti/spettatori, il numero e la superficie dei beni sottoposti a interventi di riqualificazione edile, ecc.
Tutti gli indicatori proposti sono stati concepiti al fine di garantire la sommabilità dei dati, consentendo dunque, attraverso una standardizzazione delle informazioni da richiedere ai progettisti/beneficiari dei singoli interventi, di poter ricavare informazioni aggregate sull'attività delle Fondazioni erogatrici e, per questa via, del sistema nel suo complesso.
Note
[1] Il gruppo di lavoro, coordinato dall'autrice, è stato composto da Alessandro Ricci e da Andrea Modica.
[2] In particolare, hanno fornito contributi la Fondazione di Venezia e la Fondazione Cariplo. Inoltre, si è tenuto conto dei risultati di una ricerca elaborata nel 2007 dall'IRS-Istituto per la Ricerca Sociale per conto della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e finalizzata a definire un sistema di selezione e valutazione dei progetti finanziati dalla Fondazione.
[3] Si veda, in particolare, Libro Bianco sulla creatività, a cura di W. Santagata, Milano, Università Bocconi, 2009.