Il sistema delle biblioteche [*]
La Direzione generale per i Beni librari e gli Istituti culturali, che ho l'onore di rappresentare nell'ambito del ministero per i Beni e le Attività culturali, ha numerosi punti di contatto con l'attività della Commissione beni culturali dell'Acri.
Ascoltando alcuni interventi mi è sembrato di poter rilevare che la prima esigenza emersa è quella di fornirci di strumenti di conoscenza reciproca diversi dagli attuali. In alcune situazioni questa conoscenza o non c'è affatto o è casuale: si tratta di un nodo importante da sciogliere.
La Direzione generale per i Beni librari e gli Istituti culturali non si è limitata a gestire le attività delle quarantasei biblioteche pubbliche statali, ma ha ritenuto che in un Paese così ricco di biblioteche (oltre quindicimila), distribuite su tutto il territorio, il suo ruolo fondamentale dovesse essere quello di monitoraggio e coordinamento dei progetti del settore bibliotecario, proposti anche da istituzioni non statali, avvalendosi, in questa operazione, delle più recenti tecnologie informatiche. Questo ha consentito, nel corso degli ultimi due decenni, di creare una serie di rapporti con istituti bibliotecari appartenenti a titolarità amministrative eterogenee, in primo luogo con gli enti locali, ma anche con i sistemi universitari, con gli Istituti di ricerca pubblici e privati, con le biblioteche ecclesiastiche, ecc...
Il raccordo tra queste realtà ha consentito di percorrere un lungo cammino verso prospettive comuni e di grande interesse. In sintesi, oggi noi possiamo dire di aver realizzato insieme, con grande fatica, ma anche con grande soddisfazione, una rete di oltre tremila biblioteche che lavorano in sinergia all'interno di un sistema coordinato: il Servizio bibliotecario nazionale, che rappresenta una svolta nelle politiche bibliotecarie del nostro Paese. Sbn ha ormai una grandissima diffusione e soprattutto una grande credibilità, che in ambito internazionale lo collocano in una posizione di primo piano.
Il servizio offre banche dati specializzate in varie materie, una decina di milioni di record, attivati con un ritmo di catalogazione di oltre 2 milioni e mezzo l'anno, e la localizzazione di oltre 50 milioni di documenti. Le cifre ruotano attorno ai 20/30 milioni di ricerche bibliografiche annuali, con una utenza straniera, in particolare statunitense, che si posiziona a poco meno del 50% degli accessi complessivi.
Su tutto ciò abbiamo innestato, negli ultimi cinque anni, con l'obiettivo di rendere coerenti le necessità espresse dal territorio, politiche e programmi di digitalizzazione che devono trovare un punto di sintesi in un insieme di linee programmatiche di più ampia portata.
Il processo di digitalizzazione ha compiuto un percorso che ci ha consentito di digitalizzare 50 mila documenti: sono ancora pochi, ma la digitalizzazione è assai più complessa e costosa della catalogazione. Le pagine digitalizzate (circa una decina di milioni) riguardano prevalentemente alcuni settori tematici che abbiamo ritenuto di voler privilegiare rispetto ad altri, come quelli della cultura scientifica (che rappresenta una certa novità in un ambito tradizionalmente molto attento alle "belle arti"), della cultura musicale del nostro Paese con una banca dati ricca di oltre 600 mila record, di grandissimo spessore internazionale, e un filone tematico che riguarda la cultura letteraria con dei risultati assai interessanti.
Tutto questo grazie agli accordi con istituti specializzati: ad esempio, la cultura scientifica vede come attore privilegiato, ma non unico, l'Istituto e museo di storia della scienza di Firenze, che ha già creato una struttura conoscitiva e informativa di rilievo internazionale.
Tutti questi progetti nascono in un tessuto culturale di altissimo livello, quello del nostro paese, che ha spesso avuto il limite di produrre iniziative separate, prive di una politica coerente di finalizzazioni comuni e di standardizzazioni.
Il nostro intento, in questi ultimi anni, è stato quello di ovviare a questo limite, creando un coordinamento e unificando varie realtà e iniziative, ottenendo dei risultati che riteniamo siano di un certo peso.
Oggi esistono servizi grazie ai quali finalmente un cittadino italiano può avvalersi di banche dati da interrogare, può sapere dove si trova un documento, dove consultarlo, se può richiederlo in prestito. Può usufruire anche di una serie di servizi telematici: stiamo sperimentando, ad esempio, un servizio di e-commerce.
In pratica, abbiamo avviato insieme alla Società servizi bancari una procedura che consente di acquistare, tramite internet, con la carta di credito, una serie di documenti digitali, basandoci sul principio che tutto ciò che digitalizziamo è disponibile gratuitamente a bassa definizione, mentre è possibile acquistare gli stessi documenti ad alta definizione attraverso il pagamento on-line.
La maggior parte delle istituzioni non avrebbe la capacità di gestire questo tipo di attività per conto proprio, ma è in grado di farlo se lo condivide con altri.
Ho voluto offrirvi degli spunti di riflessione per sottolineare che, a mio avviso, sarebbe opportuno trovare delle sedi permanenti e stabili di incontro, di conoscenza reciproca, perché questo ci consentirebbe di mettere a fattor comune esperienze e proposte, tenuto conto dell'enorme patrimonio documentale posseduto dal nostro Paese.
Note
[*] Testo della relazione discussa nel seminario Acri su Archivi e biblioteche, tenutosi a Roma il 7 giugno 2007.