Gli archivi e le biblioteche ecclesiastiche [*]
In apertura del mio contributo desidero ringraziarvi per l'invito a partecipare ai lavori di questa giornata che mi offre la possibilità di presentare l'azione che da alcuni anni la Chiesa che è in Italia sta portando avanti, e che non a tutti è conosciuta.
Ritengo opportuno, prima ancora di addentrarmi nello specifico dell'argomento assegnatomi, dire qualche cosa in merito al ruolo dell'Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici. Si tratta di uno degli uffici della Segreteria generale della Conferenza episcopale italiana; nasce nel 1995 e porta avanti la sua azione attraverso un intenso rapporto con tutta la realtà ecclesiale italiana.
Gli interlocutori principali dell'ufficio sono gli Operatori per i beni culturali ecclesiastici. Ogni diocesi italiana - sono 226 - ha un Incaricato per i beni culturali ecclesiastici di nomina vescovile che nella sua diocesi può organizzare il proprio servizio particolare attraverso un Ufficio diocesano per l'arte sacra e i beni culturali e una Commissione per l'arte sacra e i beni culturali. Ogni Incaricato diocesano è naturalmente inserito in una regione ecclesiastica. La Consulta regionale per i beni culturali ecclesiastici, è l'organismo che periodicamente riunisce gli Incaricati diocesani della singola regione. La Consulta regionale è presieduta da un Vescovo delegato dalla Conferenza episcopale regionale e ha come punto di riferimento l'Incaricato regionale per i beni culturali ecclesiastici.
Presso l'Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici si svolgono gli incontri della Consulta nazionale, organismo che riunisce gli Incaricati regionali e alcuni esperti nel settore, e che svolge un lavoro di concertazione, di informazione e di sostegno alle diocesi.
La Consulta nazionale è presieduta da un Vescovo delegato della Cei, e dal direttore dell'Ufficio nazionale.
C'è quindi un intenso rapporto con coloro che svolgono il proprio servizio alla Chiesa nell'ambito dei beni culturali che ci permette di proporre azioni utili alle diocesi per sviluppare diversi lavori nei settori di interesse dei beni culturali ecclesiastici quali gli archivi e le biblioteche.
Il nostro impegno è anche quello di promuovere una crescente specializzazione e competenza degli operatori ecclesiali, così da aiutare le diocesi ad essere sempre più corrispondenti alle reali esigenze che si manifestano sul territorio, incrementando la loro capacità di dialogo con le diverse istituzioni ecclesiastiche e non con le quali sono chiamate a confrontarsi nell'esercizio delle proprie responsabilità.
L'Ufficio nazionale mantiene poi un rapporto costante con le istituzioni civili ed in particolare con il ministero per i Beni e le Attività culturali. In conseguenza dell'accordo Concordatario tra Stato e Chiesa, sono state realizzate diverse intese fra la Conferenza episcopale Italiana e il ministero per i Beni e le Attività culturali, sia di carattere generale (l'ultima è del 16 gennaio 2005) che riguardanti settori specifici quali ad esempio gli archivi e le biblioteche (18 aprile 2001). A tal proposito l'ingente quantità di archivi e biblioteche ecclesiastiche presenti in Italia fa emergere una realtà abbastanza eterogenea. Si va dalla grande biblioteca ricca di libri, al piccolo archivio che non di rado conserva documenti di grande valore dal punto di vista storico.
Ogni anno una parte dei fondi 8x1000 irpef alla Chiesa cattolica vengono destinati per i beni culturali ecclesiastici. I principali ambiti di intervento sono i seguenti: il restauro e risanamento statico degli edifici di culto; gli inventari di beni storico artistici; gli archivi e le biblioteche ecclesiastiche; i musei diocesani; la realizzazione di impianti di sicurezza nelle chiese; le azioni di apertura degli edifici di culto attraverso associazioni di volontariato; il restauro di organi storici. Negli ultimi tre anni sono stati assegnati mediamente 65 milioni di euro per soddisfare le richieste provenienti dalle diocesi.
Circa l'80% di questi contributi vanno a sostegno del risanamento statico di edifici di culto. Sottolineo che si tratta sempre di contributi, mai di finanziamenti. Ciò ha permesso in questi anni di attivare lavorazioni che non si sarebbero mai realizzate altrimenti, stimolando le realtà locali ad un atteggiamento propositivo e di responsabilità. L'indispensabile reperimento di ulteriori risorse economiche che vanno ad aggiungersi a quelle provenienti dai fondi 8x1000, ha permesso, in sede locale, di attivare in alcuni casi, proficui rapporti anche con le fondazioni bancarie.
Effetto indotto, ma non secondario di quanto sta accadendo attraverso i contributi 8x1000, è l'occupazione offerta a numerosissime imprese specializzate nel settore dei beni culturali.
Per quanto riguarda gli archivi ecclesiastici, le biblioteche ecclesiastiche e i musei diocesani, è previsto un contributo, definito per ognuna di queste entità che ne fa regolare richiesta, di 13 mila euro.
Si tratta di contributi che possono essere utilizzati per la dotazione di attrezzature, la redazione di inventari, la catalogazione, la formazione del personale, i restauri etc.
Non sono previsti contributi utili all'apertura ordinaria di queste strutture.
Nell'anno finanziario 2005, sono stati 166 gli archivi diocesani che hanno ricevuto questo contributo, e 6 gli archivi ecclesiastici.
Le biblioteche diocesane sono state 166, le biblioteche ecclesiastiche 57.
Complessivamente dal 1996 al 2005, sono stati destinati, per gli archivi e le biblioteche, oltre 40 milioni di euro, e precisamente 18 milioni e 800 mila euro per gli archivi ecclesiastici, e 22 milioni e 220 mila euro per le biblioteche ecclesiastiche.
Oltre ai contributi economici, gli archivi e le biblioteche ecclesiastiche possono accedere a diversi servizi.
Nel giugno del 2004 è stato attivato dall'Ufficio nazionale beni culturali ecclesiastici un progetto, denominato Cei-Ar (Cei Archivi) a favore degli archivi ecclesiastici.
L'iniziativa si propone di realizzare il censimento degli archivi ecclesiastici, la schedatura informatizzata dei documenti archivistici e quindi la banca dati diocesana e una banca dati nazionale, attraverso un software messo a disposizione gratuitamente dall'Ufficio nazionale.
Ovviamente l'adesione a questi progetti da parte delle realtà locali è vincolata alla disponibilità di personale qualificato in grado di attuarli in modo corretto e continuativo.
Sono 86 gli archivi diocesani che allo stato attuale hanno aderito al progetto CEI-Ar, e 23 gli archivi congregazionali.
Come Ufficio nazionale, ci preoccupiamo di organizzare la formazione di base per l'utilizzo di questi strumenti e forniamo l'assistenza tecnica.
Il più giovane dei progetti promossi dall'Ufficio nazionale si rivolge alla realtà delle biblioteche ecclesiastiche, denominata Cei-Bib (Cei Biblioteche), è stato presentato nel settembre dello scorso anno ed ha come referente scientifico il prof. Paul Gabriele Weston) ed è divenuto operativo il 5 dicembre del 2006 con la firma dell'accordo con il Dipartimento per i Beni archivistici e librari del Mibac. Pur essendo un progetto appena attivato, vi hanno aderito, ad oggi, 41 biblioteche. L'adesione avviene attraverso la presentazione di una domanda da parte della diocesi, nella quale si deve attestare, anche qui, la disponibilità di personale specializzato in grado di supportare il progetto.
Cei-Bib permette di operare in rete, senza perdere l'identità delle singole realtà, fornisce strumenti e soluzioni informatiche, facilita l'accesso al servizio bibliotecario nazionale (Sbn), dà la possibilità di creare e gestire authority files per la ricerca e la consultazione integrata dei dati.
L'Ufficio nazionale inoltre, mette a disposizione delle diocesi servizi di coordinamento, di consulenza, di formazione, assistenza specialistica sui contenuti, sugli aspetti tecnico informatici, attraverso una struttura operativa esterna che agisce in stretto raccordo con l'Ufficio nazionale e il Servizio informatico della Conferenza episcopale italiana (Sicei), per offrire una risposta organica ed integrata alle esigenze delle diocesi.
Per quanto riguarda l'assistenza telematica è stato attivato un forum Internet per ogni progetto di inventariazione. Con questi mezzi gli esperti possono rispondere in tempo reale ai quesiti che arrivano dalle diocesi. L'Ufficio offre infine la formazione del personale sia nella forma residenziale che a distanza, (attraverso l'e-learning) la tele-assistenza e numerosi servizi intranet.
Il sistema che la Cei propone permette inoltre alle biblioteche che sono gia legate ad un polo, di rimanere comunque legate a quella rete, ma di far parte, se lo vogliono, anche di questo polo di biblioteche ecclesiastiche che è immediatamente riconoscibile a chiunque opera sul web per la sua evidente connotazione ecclesiale.
Gli strumenti tecnologici che vengono messi a disposizione delle realtà ecclesiali hanno quindi le caratteristiche della flessibilità, dell'elasticità della interscambiabilità dei dati e sono pensati in modo da ospitare tutti coloro che ritengono utile dotarsi di tali servizi, o che comunque desiderano lavorare insieme in un clima di concertazione al servizio dei Beni culturali ecclesiastici. Sono strumenti continuamente aggiornati, che rispettano gli standard nazionali e internazionali definiti attraverso un costante confronto ed un dialogo attivo con il ministero per i Beni e delle Attività culturali.
Naturalmente i rapporti tra le istituzioni ecclesiastiche e quelle civili, si attuano non soltanto a livello centrale (ministero) ma in modo molto intenso anche a livello locale con le Direzioni generali e le Soprintendenze competenti in materia, con le regioni civili che sempre più agiscono sul territorio attraverso dei progetti, delle azioni e delle reti che riguardano anche queste materie.
Auspico che quanto illustrato possa favorire un sempre più proficuo rapporto fra le fondazioni bancarie e le diocesi, per la realizzazione sul territorio di azioni utili alla migliore conoscenza dei beni culturali ecclesiastici. Sono convinto in particolare che la valorizzazione di strutture quali gli archivi e le biblioteche ecclesiastiche che sono in Italia, rappresenti un beneficio per tutta l'umanità e chi se ne rende protagonista fa un azione di alto profilo etico, sociale e culturale.
Note
[*] Testo della relazione discussa nel seminario Acri su Archivi e biblioteche, tenutosi a Roma il 7 giugno 2007.