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Editoriale

Massimo Montella: il ricordo e gli insegnamenti

di Marco Cammelli

Massimo Montella: the memory and the teachings
The editorial remembers Massimo Montella and his dedication to cultural heritage study.

Keywords: Cultural heritage; Valorization guidelines; Museum.

Pochi giorni fa Massimo Montella, persona riservata nel carattere quanto attenta e generosa nell'impegno per i beni e le attività culturali, ci ha lasciato. Il suo naturale riserbo non ha impedito alla varietà della sua esperienza professionale di dare frutti importanti su temi che costituiscono sfide centrali per il patrimonio culturale e per chi a vario titolo se ne occupa.

Il filo conduttore della sua attività e delle sue opere è infatti rappresentato dal singolare e raro incrocio di due profili: l'esperienza istituzionale e amministrativa dei sistemi locali, di cui aveva conoscenza personale per avere diretto per oltre un trentennio gli uffici della regione Umbria preposti ai beni ambientali, archeologici, architettonici, storico-artistici nonché agli istituti e servizi museali, bibliotecari e archivistici; la possibilità, a partire dall'inizio degli anni 2000 e soprattutto dal 2006 con la titolarità della cattedra di economia e gestione dei beni culturali nell'Università di Macerata, di analizzarne in sede culturale e scientifica i dati concettuali, i vincoli finanziari, funzionali e organizzativi, le implicazioni specifiche e generali.

Tutto questo ha consentito a Massimo Montella di essere un laureato in lettere moderne senza fermarsi alla dimensione delle discipline umanistiche, un attento conoscitore dei dati istituzionali e delle pubbliche amministrazioni senza il limite del formalismo giuridico e soprattutto un sensibile studioso della dimensione economica e funzionale degli apparati e della loro gestione, a cui ha dedicato la maggior parte dei suoi lavori, senza premesse (e derive) aziendali.

Testimonianza di questo percorso tra l'altro sono due rapporti del 2003 sulle aree territoriali nelle quali ha guidato processi innovativi indirizzati all'impianto e al funzionamento dei musei e alla progettazione di reti regionali dei musei locali, v. Marche museo diffuso: normativa, organizzazione, processi e Organizzazione e gestione dell'offerta culturale abruzzese. Musei e patrimonio diffuso, i cui presupposti concettuali e le conseguenti implicazioni organizzative e gestionali sono raccolti nello stesso anno in Musei e beni culturali. Verso un modello di governance (2003). Esperienze e dati che si pongono in parallelo con importanti incarichi progettuali presso l'amministrazione centrale e il Mibac (comitato tecnico per la elaborazione degli standard di funzionamento dei musei, adottati con il d.m. del maggio 2001; commissione per la revisione del codice dei beni culturali e del paesaggio, nonché commissione per la definizione di livelli minimi di valorizzazione dei beni culturali pubblici, 2008) e che sfociano in una riflessione più sistematica e matura offerta dagli studi Valore e valorizzazione del patrimonio culturale storico e II capitale culturale, entrambi del 2009.

Si spiegano così i principali caratteri dei suoi lavori: esame dei processi "dal basso", cioè nel loro operare in concreto e nel contesto dei sistemi locali, senza il quale le cornici restano senza il quadro che dovrebbero racchiudere e orientare; centralità della organizzazione e gestione e del modo corretto di porvi mano in termini di precondizioni, strumentazione, formazione, corretta gestione delle risorse in assenza delle quali tutela e valorizzazione restano fragili, discontinue e condannate al perpetuo inseguimento di emergenze senza fine; cooperazione tra soggetti pubblici, non meno difficile di quella con i privati, che ormai non è più neppure una scelta possibile ma semplicemente una necessità indifferibile da affrontare con equilibrio e strumenti adeguati.

È questo il terreno da cui nascono linee guida, standard, indirizzi che per la Rivista costituiscono uno dei modi principali per rispondere seriamente e in modo utile ai mille quesiti che la vita quotidiana pone incessantemente e che certo non possono trovare una soluzione adeguata solo nelle sedi giurisdizionali, inevitabilmente rapsodiche e legate alle peculiarità del singolo caso. Anche perché spesso, come nell'accertamento ex post di compatibilità per i beni culturali (Sciullo) e i beni paesaggistici (Carpentieri) esaminato in questo numero, il profilo strettamente giuridico e la relativa applicazione si associano a elementi di fatto e questioni tecniche di vario spessore (Della Torre) da affrontare, questo è il punto, con impostazioni e metodologie adeguate e dettate per tutti, come del resto continua a prescrivere il ben noto (e inattuato) art. 29, co. 5 del Codice. In breve riportandoci alla organizzazione, alla formazione e alle linee guida, alle quali in più occasioni Massimo Montella ha lavorato.

Temi e questioni che, come sa bene chi ci segue, più volte abbiamo affrontato e che spiegano perché in tante occasioni lo abbiamo incontrato condividendone approccio, sensibilità, proposte.

Le stesse ragioni per cui continueremo a ricordarlo e a sentirlo vicino.

 

 

 



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