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I musei: servizi e risorse / Esperienze

Le necessità del sistema museale [*]

di Gaetano Golinelli

Innanzitutto, vorrei ringraziare il prof. Baia Curioni ed il Centro di Ricerca ASK per l'opportunità datami di partecipare a questo incontro, che offre tanti spunti di riflessione ad uno studioso d'impresa come me.

Mi sembra oramai assodato che esistano diverse angolazioni dalle quali può essere affrontata la tematica dei beni culturali e, segnatamente, dei musei. Una prospettiva più tradizionale di carattere culturale, una visione macroeconomica incentrata sul dibattito circa l'allocazione ottimale delle risorse pubbliche, che sono per definizione scarse e che devono essere destinate ad una pluralità di ambiti quale, ad esempio, la sanità e, infine, un'ottica imprenditoriale di partecipazione allo sviluppo del territorio, che nel convegno di oggi è fortemente sostenuta.

Dai vari contributi, emerge che quest'ultima prospettiva ha assunto contenuti fortemente aziendalistici, basati sui concetti di miglioramento dei processi, di catena del valore di Porter e di efficienza. In questo quadro, ha trovato adeguato spazio il dibattito sul rapporto pubblico/privato e sulle forme migliori di esternalizzazione, data la forte preoccupazione che tali esternalizzazioni possano snaturare la funzione primaria del bene culturale, e cioé la creazione di utilità per una serie di portatori di interessi molto variegati.

In seguito, gli interventi si sono incentrati su temi più propriamente imprenditoriali e, in primo luogo, su quello del governo. Esiste sì il momento della gestione, ma esiste anche e soprattutto l'idea progettuale che deve essere portata avanti. Credo che certamente sussistano dei vincoli dovuti al ruolo della proprietà, pubblica o privata che sia; emerge tuttavia con forza la marcata possibilità di gestire il museo in ottica imprenditoriale e all'insegna di un rinnovamento continuo della sua offerta culturale.

Vorrei ora rivolgere l'attenzione ad un fatto significativo. A questo tavolo, oggi, si sono succedute persone che gestiscono organizzazioni museali di notevole prestigio, ubicate in centri o in aree urbane di grande rilevanza. Queste organizzazioni sono sostenute anche dal sistema delle Fondazioni, il quale ha giocato e gioca tuttora un ruolo determinate nello sviluppo culturale del Paese. Tuttavia, le Fondazioni, per quanto a mia conoscenza, si "fermano" sostanzialmente al Centro-Nord. Il Sud dell'Italia non gode, dunque, del supporto di tale sistema.

Altro problema tipicamente italiano è quello della dimensione dei musei. Massimo Montella, nella sua introduzione al lavoro della Commissione, ha parlato dell'Italia come di un museo naturale, in quanto il nostro Paese possiede il singolare privilegio della continuità territoriale dei fenomeni storici e artistici. E' stato più volte ricordato come vari piccoli comuni e musei detengano opere di grande importanza. Ora, come si valorizzano i piccoli musei? La Commissione ha, a tal proposito, introdotto il concetto di rete e di massa critica.

Per creare una rete, però, è necessario che qualcuno ne abbia chiaro in mente il progetto. Massimo Montella ha vissuto l'importante esperienza di creazione della rete museale umbra e l'ha plasmata avendone ben chiari in mente gli attori e l'assetto delle loro relazioni reciproche e con il contesto. Indipendentemente dal fatto che si costituisca una rete cittadina, provinciale o regionale, vi è l'imprescindibile necessità che esista qualcuno che abbia la visione, la capacità e l'imprenditorialità per realizzarla.

Certo, il Paese si aspetta che dal suo patrimonio culturale venga generato valore, non solo in termini economici, ma anche sociali. Anche la Reggia di Venaria, pur magari non generando flussi di cassa e non raggiungendo l'equilibrio economico, produce però, come è stato illustrato, un grande valore in termini di identità collettiva, di tradizione culturale, di simbologia storica.

Vorrei concludere dicendo che oggi è impossibile pensare che il turismo non sia importante; il nostro patrimonio culturale deve contribuire a generare flussi turistici di qualità: non basta il mare, il sole e il piccolo museo tout court; servono musei che diano al visitatore "prodotti" di qualità e che procurino sostanziali ricadute. Il futuro del Sistema Italia, a mio giudizio, sarà sempre più legato alle capacità degli operatori culturali. E' necessaria dunque un'imprenditorialità diffusa, consapevole dei rischi e dei vincoli legati alla gestione ed alla fruizione del patrimonio culturale del nostro Paese, e conscia del fatto che il benessere di tutto un territorio può essere implementato facendo leva sui beni museali valorizzati con consapevoli impostazioni di governo e razionali ed efficienti strutture, progettazioni e disegni organizzativi.

 

 

Note

[*] Testo della relazione discussa al convegno La creazione del valore nei processi di gestione dei musei, tenutosi a Milano il 7 febbraio 2008.

 



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